Gravidanza in rosa

Una gravidanza in rosa

Quattro articoli per quattro gravidanze. La testimonianza di una donna, una mamma, che con la sua esperienza vuole non solo raccontare la sua storia, ma essere un esempio e soprattutto un conforto, una speranza, un abbraccio virtuale per chi, come lei, ha sofferto e sta soffrendo.

Dopo le due esperienze negative (qui la prima e qui la seconda) avute con due gravidanze consecutive, le mie speranze erano quasi vane.

Aprile 2015 - Per il mio compleanno il mio compagno ed io abbiamo deciso di tornare, per tre giorni, a Gubbio, una città bellissima che ho nel cuore. E pochi giorni prima di partire, proprio quando sarebbe dovuto apparire di lui, il fantomatico ciclo (Ho sempre avuto un ciclo regolare) nessuna traccia!

L’arrivo era previsto per il 10 aprile... il giorno prima avevo incontrato mio padre che mi ha raccontato che la sua collega, incinta già da due o tre mesi, aveva sognato lui che gli comunicava che anch'io ero in stato interessante. Un sorriso e non ho detto nulla.

Siamo partiti per Gubbio, contenti e preoccupati allo stesso tempo. Avevo deciso di godermi quei tre giorni, in una cittadina medievale stupenda con il mio grande amore: ne avevamo passate già tante, ma sempre con la forza di rialzarci, insieme. L'anno prima non eravamo riusciti a salire fino alla Basilica di Sant'Ubaldo (patrono della città), un luogo incantevole e quell'anno invece avevamo deciso di salire con la funivia. Grande gesto del mio compagno che soffre di vertigini. Rimasta colpita dallo splendore di quel posto, ho acceso due ceri, pregando.

Tornata a casa ho deciso di fare le beta, avevo 5 giorni di ritardo. Erano a più di 3000. Avevo il cuore in gola, ma dopo pochi giorni appena accorta che qualcosa stava andando storto, ho avuto la forza di mettermi a riposo da lavoro.
Il ginecologo mi aveva anticipato la visita e da quella ho visto subito 2mm di amore.

La settimana dopo, ho ascoltato il suo battito.
Non ero mai arrivata fino a lì, fino all'emozione più grande della vita. Mentre scrivo queste parole, mi batte forte il cuore, ancora adesso.

 

Di concerto col mio ginecologo e il mio compagno ho deciso di prendere la maternità anticipata dal lavoro. Il dottore mi aveva dato il progesterone e l'aspirinetta, per aiutarmi a mantenere la gravidanza. Un sogno.

A suo tempo ho fatto anche il Prenatalsafe, un prelievo di sangue un po' costoso che ti permette di sapere la salute del feto e il sesso. A giugno 2015 abbiamo scoperto che avremmo avuto una femmina. Eravamo felici.

Passavano i mesi e lei scalciava tanto, cresceva, era in salute. Accarezzavo sempre la pancia, speravo che avrei avuto una piccola me. Alla morfologica la dottoressa mi disse che questa bimba mi avrebbe fatto passare i guai, non stava mai ferma.

A settembre il nome. Dopo tante opzioni il mio compagno si è arreso alla mia richiesta. “La Cicci picci (come la chiamiamo ancora), si chiamerà Mia”, gli avevo detto. Ed era un nome che sentivo dentro, non riuscivo ad amarne nessun altro.

La gravidanza procedeva bene. Ci sono stati alti e bassi e un po' di paure che per fortuna abbiamo superato. Si è sempre aggrappata alla vita. Ha dimostrato la sua forza da subito. La data presunta del parto era il 18 dicembre, ma lei non voleva saperne di uscire. Non avevo contrazioni. Decisero di ricoverarmi. Neanche l'induzione ha funzionato.

Insomma, Mia è nata il 24 dicembre alle ore 10.02 di Kg 3.685 con parto cesareo. Il Natale più bello della nostra vita.  Ho sempre ringraziato Sant'Ubaldo, le cure e il riposo, per questo dono meraviglioso.

SuperMamma Flavia Pignataro

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