Freddo...ha fatto molto freddo oggi. Mi è entrato nelle ossa assieme a quella maledetta acqua, al vento che ha soffiato incessante sin dalle prime ore.
Mai capito perché San Valentino cada proprio a metà febbraio: non sarebbe stato meglio festeggiarlo nel tepore di maggio?
Che poi, festeggiarlo…capirai! Da quando sono mamma e moglie non si festeggia se non con una tortina del supermercato ed una bottiglia di spumante. Altro che i bei tempi, quando mi portava fuori a cena e mi copriva di attenzioni. E il dopo cena…meglio non parlarne, son ricordi sepolti!!!
Raccolgo le borse della spesa e mi avvio verso l’ascensore. Salgo e appena fuori dal pianerottolo mi coglie una sensazione strana, manca qualcosa...ma cosa?...Ecco, manca il rumore! Dov’è il rumore dei bambini, le loro grida, gli urletti giocosi...cos’è questo silenzio?
Giro la chiave ed apro la porta, con l’angoscia che mi pervade “Bambini...Nonna, c'è nessuno in casa?” arrivo annaspante in cucina e trovo un biglietto sul tavolo “Stanotte i bimbi dormono da noi, buona serata – Mamma”. Mi interrogo perplessa. Senza dirmi nulla? Ma come, come si permette quella vipera di suocera? Che è suocera anzitutto, non mamma! Sono i miei figli, non i suoi, e che signif.” Un rumore. Allora c’è qualcuno in casa, nel buio. E’ uno scherzo? O sono in pericolo? O che altro?
Mi addentro verso la sala...accendo la luce. E lui è lì, seduto sul divano. Mio marito, che di solito rincasa tardissimo...che ci fa a casa a quest’ora? E perché indossa quei pantaloni neri attillati e quella camicia bianca? Lo sa che mi ci perdo, quando si veste così…
Mi guarda dal basso in alto e lo sguardo è quello che non vedo da tempo, quello sguardo seducente e voglioso che mi affascinò tanti anni fa, quello sguardo che sa essere dolce nella sua malizia. Lo odio! Sa benissimo che quando mi guarda così mi tremano le ginocchia.
Non parla…Sorride e mi tende la mano, ed io che già stavo per chiedergli spiegazioni riesco appena a balbettare qualcosa. Ghermisce la mia mano e mi attira a sé. E mi guarda, mi guarda sempre negli occhi...con quegli occhi. E non parla...
Mi ha innanzi a sè, in piedi, tra le sue gambe: il volto affonda nel mio cappottino bagnato. Oddio, devo esser così buffa, no, orrenda, tutta bagnata, scarmigliata ed inebetita. E non parla…
Mi apre il cappotto, lo sfila. Con un gesto deciso lo allontana ed io lo sento scivolare sul tappeto...le sue mani ora mi hanno afferrato le natiche, sento il tocco caldo attraverso i jeans, mentre percorrono le cuciture…Mi alza la maglia, mi bacia il ventre che inizia a scaldarsi: è un caldo che viene da dentro, una sensazione ben conosciuta eppur sempre nuova. Mi piace. E non parla…
Mi slaccia la cintura, i bottoni cedono sotto le sue dita veloci, in un colpo mi sfila jeans e mutandine, le scarpe sono in un angolo, ormai lontano (e non so come)…e non parla.
Si alza. Lo guardo, quei pantaloni attillati son ora rigonfi di lui, lo vedo. Lo tocco, gemo nel sentire la sua eccitazione…e non parla.
Mi bacia e mentre mi affonda la lingua nella bocca, la esplora e mi morde le labbra, sento il calore che scende laggiù dove deve. Sento che mi apro, sento quel fuoco iniziare a bagnarmi. Che strano vero? Una sensazione di caldo e fuoco che bagna…eppure è così, tutte le volte, immancabilmente. Brucio in me stessa mentre mi sciolgo. E non parla…
Gemo, mi stringo al suo abbraccio e lui, lesto, si gira e mi spinge, anzi mi getta in modo che io mi trovi seduta sul divano. Mi guarda negli occhi, si toglie la camicia mostrando ai miei occhi estasiati quella pelle, quei muscoli…chiudo gli occhi quando lo vedo inginocchiarsi davanti a me. Lo sento ghermire le mie ginocchia, aprirmi le gambe. La sua lingua è sulla mia caviglia. La bacia, la lecca, la gusta...risale...percorre ogni spazio, ogni centimetro. E intanto sento il suo umido tocco, le sue mani risalgono lente i miei fianchi, i brividi le accompagnano ai seni, il respiro corto ed ansimante gli indica la strada…E non parla.
Poi arriva là dove sgorga il mio fiume: gemo, mi perdo, gli prendo la testa, lo guido….ed è subito tutto, è piacere, è marea, è il sublime. Urlo, e vengo pronunciando il suo nome, mentre col dito infilato e premente sul punto segreto mi porta alla vetta dove tutto si confonde, quel punto di estasi nel quale potrei morire senza rimorso.
Urlo. E non parla.
Ma riesco ad intravedere, socchiusi gli occhi frementi, che si è liberato dei vestiti anche lui. E’ duro, è potente, è potenza. L’Amore non ha spazio al momento, c’è urgente il bisogno di lui. Mi sfilo la maglia e gli offro i turgidi pistilli che tanto lui brama, e che si tendono ancora aspettando il suo tocco. Un bacio, le labbra, poi un morso. Urlo di dolore...ma è davvero dolore? No, è altro. Sono un lago, lo voglio. ADESSO!...E non parla…
Si appoggia al mio fiore, è duro, è possente, è potenza. Lo spinge, deciso, lento, in un movimento unico che mi riempie di colpo. E non parla…
Lo imploro, lo prendo sui fianchi. Lo tiro verso di me, sino in fondo…E non parla.
Un momento di eternità, poi inizia: quel lento su e giù, quel roteare che solo lui sa come, quel movimento di fianchi sempre più preciso, come una sinfonia armonica di adagi e di andanti, mi porta al piacere. Vengo, e poi urlo, e vengo e poi urlo…e continua. E non parla….
Son quasi appagata, ma ancora mi tenta: capisce, continua ed è un'altra esplosione qui in testa, mentre mi accascio sullo schienale spossata e felice. Mi bacia anche lui. Mi bacia e si sfila da me. Mi bacia e mi guarda sornione. Ma lui? Non ha avuto il piacere. Che fa? Mi bacia… e mi parla!
“Ti amo, Lorena, ti amo stasera più che mai. Ti amo perché hai voluto esser mia, perché mi hai permesso di essere tuo. Ti amo perché mi hai dato i più bei bambini che io potessi desiderare. Ti amo perché sei Tu.”
E poi...Mi alzo per andare in bagno e vedo qualcosa sul letto. Un vestitino nero, quello che tanto mi piaceva e che pensavo di non potermi comprare. “Buon San Valentino amore. Indossalo e usciamo, la notte ci attende.”
Ora so, capisco di colpo, perché ha trattenuto il suo piacere: sarà una serata infinita...amanti, compagni, complici come un tempo. Una serata per me, la moglie, l’amante, la mamma.
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