“E’ giunto il momento più critico della mia vita… mio figlio inizia la scuola!!!!!, Si troverà bene? Piangerà? Riuscirà a stare al passo? Capirà e imparerà?”
Quanti dubbi ci assillano nel momento del distacco vero, quello in cui il bambino per la prima volta (secondo noi) se la dovrà vedere da solo...e la scuola sarà all’altezza? Questa scuola che vuole a tutti i costi vedere i bambini allo stesso modo, tutti i bambini uguali, tutti i bambini che a quella determinata età fanno quelle precise cose nel medesimo modo…
Ricordo che Edouard Claparède denunciò apertamente nel testo “La scuola su misura” la forzatura secondo cui la scuola costringeva gli alunni a comportarsi e ad apprendere necessariamente tutti allo stesso modo… Un sorriso mi sfiora le labbra se penso alla mia quotidianità scolastica fatta di un manto multicolore, non per l’etnicità dei bambini ma per la variegata sfaccettatura nell’approccio che presenta ogni alunno… sono dei meravigliosi piccoli uomini e delle fantastiche piccole donne che determinano a gran voce la propria individualità e personalità…
Mio figlio è in grado di stare al passo? oppure Povera stella mia!!!! Si annoierà perché le cose che fanno a scuola lui già le ha fatte con me, mi sono dedicata anima e corpo a lui in questi primi anni…
Dalla forte accusa mossa da Claparède ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti… Noi mamme siamo da un lato forse più fragili perché più attente ai bisogni educativi dei nostri cuccioli, è cambiato molto l’approccio genitoriale nei confronti della scuola (in bene, in male? Non saprei… nella mia qualità di insegnante mi viene da dire che tutto sta a come si impara ad interagire fra scuola e famiglia… da madre il discorso assume tutto un altro tono, spesso caustico e poco propositivo… controproducente per i nostri bambini…) ma, d’altro canto, le notizie che ci bombardano quasi quotidianamente su quanto accade nelle scuole, su quanto fanno le maestre, le collaboratrice e via discorrendo ci spaventa… Anche noi operatori della scuola siamo spaventati (ebbene sì!!!!).
Dalla generalizzazione sui processi di apprendimento contro cui si scagliò Claparède stiamo per cadere nella generalizzazione delle modalità di approccio degli operatori scolastici nei confronti dei bambini. Come maestra sono spaventata, come se non bastasse essere in ansia, perché sono un essere umano come tutti gli altri, essere a disagio nei momenti di crescita (segnati da passaggi istituzionali come, ad esempio, l’ingresso a scuola) dei miei figli! E allora come lo risolviamo questo dilemma?
Pensando semplicemente che la scuola oggi affianca alla doverosa fase istituzionale di indottrinamento (passatemi la parola) la forte richiesta di individualizzazione, favorendo la richiesta sempre più pressante di rispettare l’individualità, l’originalità di ogni bambino.
La scuola sta sempre più assumendo le caratteristiche di un manto che riveste gli alunni avvolgendoli in maniera precisa senza avanzi di stoffa o sbuffi inappropriati, insomma per dirla alla Claparède “quando un sarto fa un vestito lo adatta alla corporatura…”
E così la scuola di oggi si sta plasmando in base alle singole necessità, vuole mettere ogni alunno al centro del processo di apprendimento.
Oggi vado a parlare con le maestre… anzi con il Dirigente così siamo sicuri che mi ascoltino perché devo spiegare come è mio figlio…
Chi di noi non lo ha pensato almeno una volta nella vita!?!
Tranquille oggi la scuola e la modalità di apprendimento dei costrutti e dei modelli è sempre più su misura… La fase dell’osservazione per le maestre, soprattutto nella scuola dell’infanzia, è sempre più accurata e puntuale; il momento dell’ascolto sempre più sentito sia nei confronti degli alunni che dei genitori.
Le attività che vengono proposte, giorno dopo giorno, non sono semplicemente le attività inserite nel curricolo scolastico (il mostro che ci spaventa come genitori perché ci chiediamo, appunto, se i nostri figli saranno in grado di apprendere quelle cose in quei tempi stabiliti), non sono solo le attività atte a fissare gli apprendimento stabiliti ma anche tutto quel complesso di atti, attività, azioni messe in campo per sviluppare degli apprendimenti autentici, personali, individuali, che tengono conto delle proprie personali peculiarità, da poter usufruire nella vita reale… le competenze raggiunte (anche queste ci hanno destabilizzato come genitori perché ci sono state presentate come altri step che il nostro cucciolo DEVE raggiungere secondo tabelle europee se non universali... tranquille siamo esseri umani anche noi insegnanti… ah, siamo anche mamme spesso e volentieri!!!!).
Allora questo apprendimento come avviene?
E io come genitore che posso e devo fare?
Il processo di formazione/apprendimento mette sempre più al centro il singolo bambino/alunno e anche per noi mamme deve essere così, perché ognuno dei nostri figli è un'individualità con delle caratteristiche specifiche ed uniche, anche i nostri figli non raggiungono gli stessi obiettivi nel medesimo modo e con gli stessi tempi.
L’apprendimento di qualsiasi schema o competenza è soggettivo, dobbiamo rispettare tutti l’unicità e individualità della persona al fine di non veder cadere lo spirito motivazionale del bambino e la propria stima di sé e delle proprie capacità.
Ricordiamoci…
I bambini hanno bisogno di sicurezza, di sentirsi accettati, supportati e riconosciuti… soprattutto hanno bisogno di luoghi e tempi per soddisfare questi bisogni.
SuperMamma Laura Marinacci