Le fantastiche vicende di Ginger e Lio
La vicenda che vi sto per narrare ebbe inizio una sera d'estate, mentre Ginger e Lio osservavano le stelle con i nasi all'insù.
“ Ginger?”
“ Dimmi, Lio!”.
Ginger pensava di non aver mai visto nulla di affascinante e misterioso quanto quello spicchio di luna cristallina. Realizzò che lo spazio, non poteva essere delimitato dai confini del villaggio o del bosco, ma che gli angoli inesplorati del Mondo dell'Uomo dovevano essere infiniti.
“ Lio, ho deciso! Amico mio, noi andremo là!” e con un gesto netto, allungò il paffuto indice verso l' alto.
Il folletto capì il senso di confusione provato dalle fatine precipitate nel fiume la primavera passata. Se ne stava lì, dubbioso ed inebetito, a scrutare un punto indefinito tra l'unghia di Ginger e quel mantello blu cobalto sopra i loro cappelli.
“ Quindi, dove andremo?” chiese finalmente bisbigliando.
“ Vedrai!”.
Il mattino seguente al primo bagliore di luce, Ginger si indirizzò con passo spedito verso la tana di Lio. Dalle finestre aperte giungeva un delizioso profumo di crostata alla marmellata e latte fresco, segno che Madama Margaret doveva essersi messa all'opera ancor prima che si
svegliasse il sole.
La Tana di Lio si trovava proprio al centro del borgo, profumava di mele e vaniglia, sui fornelli bolliva sempre qualcosa e Madama Margaret era stimata per le sue doti da pasticcera e per l' amore che nutriva per piante e fiori. Gli scuri durante la bella stagione erano un trionfo di colori, di inverno venivano adornati con ghirlande di ramoscelli e castagne.
Lio era seduto al rotondo tavolo di legno lucido, intento a sgranocchiare la sua fetta di torta alle nocciole, ignaro a quale grande avventura avrebbe preso parte.
“ Oh, buongiorno! Un Ragno Alato ti ha forse rubato le lenzuola?” e mentre Madama Margaret le offriva una gustosa tazza di Cioccolatte, Ginger srotolò sul tavolo un disegno raffigurante due folletti sulla luna.
“ Dai, piccolo paffuto!” gli sibilò ad un orecchio, “Mastro Isacco e Mastro Apulu ci stanno aspettando!”
Il Laboratorio di Mastro Isacco e Mastro Apulu era situato in un angolo remoto del centro abitato, abbastanza distante dalle altre tane.
Erano celebri per i loro esperimenti scoppiettanti e nella comunità di Loopyville riconosciuti come illustri sapienti.
Mastro Isacco nutriva un sincero interesse per la matematica, la fisica e l' alchimia, condividendo con Mastro Apulu la passione per l' astronomia.
All' interno del laboratorio, si poteva ammirare una vasta gamma di volumi impolverati e le pareti tappezzate di cartine, mappe e formule.
Qualche tazzina di caffè dimenticata sugli scaffali e schizzi di progetti accartocciati tra i libri. Una ripida scala a chiocciola conduceva ad un abbaino, dove la sera Mastro Isacco e Mastro Apulu si ritiravano ad osservare i pianeti. Dietro le ante aperte dell' antico armadio si nascondeva Mastro Isacco, intento a cercare boccine, ampolle e strumenti per la navigazione.
“ Per i folletti delle Americhe! Apulu dove l' hai nascosto l' ultimo raggio di sole?”.
“ Mastro Isacco?”,
“ Apulu non prendermi in giro con quella vocina!”,
“ Mastro Isacco, sono Ginger!”.
Il vecchio e saggio folletto si infilò gli occhiali spessi e tondi sopra il naso:
“ Oh, ma eccoli i due avventurieri! Prego cari, prego!” e con fare elettrizzato, fece accomodare Ginger e Lio.
“ Ho ricevuto la vostra Posta Alata alla buon' ora questa mattina!”,
“ La nostra...?”.
Lio iniziava ad essere preoccupato, come quella volta che ammaliata dai racconti di Homeros, il Cantastorie del villaggio, si fece legare ad un ramoscello per andare a cercare le sirene nel fiume.
“ Per il vostro viaggio nello spazio”, proseguì incurante Mastro Isacco “ Avrei pensato di costruire un sistema propulsivo capace di portare il veicolo ad una velocità molto, molto vicina a quella della luce e...” , l' appassionata spiegazione di Mastro Isacco venne interrotta dall' arrivo di Mastro Apulu: “ Gradite dei muffins appena sfornati da Madama Adrià?”.
“ Apulu, finalmente! Stavo giusto spiegando a Ginger e Lio che questa sarebbe l'
occasione perfetta per sviluppare l' interessante teoria del vecchio amico Alberto!”.
Addentando il suo dolce al cioccolato e fragoline, Mastro Apulu alzò le spalle:
“ Non sarebbe più facile forargli le ossa, munirli di ali e lasciarli volare?”.
“ Non se ne parla!”
“ Beh, allora dovrete avere pazienza! Ci vorrà tempo.”
“ Quanto tempo?” chiese impaziente Ginger.
“ Parecchio.”
E la Storia continua...
SuperMamma Sara Mattioni