La domenica a casa nostra è il giorno in cui tutti si fanno il bagnetto. Durante la settimana i bagnetti sono conseguenti alle varie attività: la ginnastica, il calcio, la danza, il pattinaggio, etc..
Bagnetto. Lo chiamo ancora così in memoria dei tempi ormai andati, quando fare il bagnetto era un tripudio di oli essenziali, spugnette, creme profumate e saponi dal ph neutro che più neutro non si può.
Non è più così da quando L., figlia femmina numero due (figlio numero quattro) ha iniziato a pettinarsi (e, a volte purtroppo, tagliarsi!!!!) i capelli da sola. Ora il giorno del bagnetto è più simile ad una guerra!
Forse sarà per questo motivo che, essendo io un veterano, la mamma ha democraticamente deciso che il bagnetto domenicale è e sarà sempre un mio compito specifico.
Quindi oggi la mamma c’è, ma non si vede!
La Preparazione del bagnetto
Credo di avervelo già detto. Io mi preparo. Pianifico qualsiasi cosa. Si, la sera immagino come in un film tutto quello che dovrò fare nella giornata successiva. In passato ero convinto che tutti lo facessero, in realtà oggi so di essere un po' strano. Ma va bene così.
Dicevamo, la preparazione.
Mi preparo psicologicamente. Un po' di training autogeno e respirazione profonda per incrementare il bagaglio di pazienza ed alzare la soglia di sbrocco.
Poi passo al controllo degli strumenti. L’acqua calda c’è, il tappo della vasca è in posizione, shampoo, bagnoschiuma e, ahimé, balsamo (che io prima di avere figlie femmine non ne conoscevo neppure l’esistenza!!!) sono presenti in quantità necessaria. Prendo dall’armadio asciugamani ed accappatoi puliti. In pratica una pila di spugna colorata alta un metro e mezzo.
L’opera di convincimento
Chissà perché, i bambini odiano l’acqua fino ad un secondo prima di entrarci dentro. Poi non uscirebbero fino a che la pelle non gli si stacca dai polpastrelli.
Però prima di entrare nella vasca non se lo ricordano quanto si sono divertiti a sguazzare l’ultima volta, lo hanno rimosso, come se il trauma fosse stato il loro.
Io: “Ragazzi, ora ci facciamo un bel bagnetto!! Chi vuole cominciare?”
A.: “Io no, l’ho fatto il giorno prima di andare a trovare la Signora Matilde”
Io: “La Signora Matilde è morta due anni fa”.
Dicono che i bambini abbiano un concetto del tempo diverso dal nostro, ma qui si esagera.
V.M.: “Io no, la maestra ha detto che potrei essere allergico all’acqua”
Io: “E quale maestra avrebbe elargito questo saggio consiglio scientifico?”
V.M.: “Appunto, quella di scienze”.
Nega spudoratamente tutto, persino l’evidenza. Bravo ragazzo mio, hai un futuro nello spionaggio.
Per fortuna ci sono le femmine. Almeno una, la piccola L.. Già perché la grande, S., sta ascoltando musica con le cuffie e non ha nemmeno alzato lo sguardo.
L.: “Lo faccio io papà, solo se posso fare la sirenetta e posso lavare le mie bambole”
Io: “Certo Amore mio principessa”
L.: “e tu mi lavi i capelli e me li pettini”
E’ femmina, c’è sempre un “e, qualcosa”.
Via al Bagnetto
E si comincia con L., la piccola principessa, che oltre alle bambole, allo shampoo, al balsamo ed alle spazzolate vuole (pretende amorevolmente) anche il bagnoschiuma con un milione di bolle, le palline che fanno frizzare l’acqua, la crema corpo profumata e gli asciugamani colorati.
Poi passiamo ad A., maschio numero uno. Lo convinco dicendogli che gli faccio vedere come fanno il bagno i navy seals. Quindi una veloce passata di bagnoschiuma e shampoo, poi per il resto del tempo facciamo a gara a chi trattiene di più il fiato. Basta poco, che ce vò (ndr. che ci vuole).
Lo scoglio più grande, V.M., maschio numero due, quello allergico all’acqua. Lo porto in bagno, gli verso una goccia di acqua sulla pelle del braccio per dimostrargli che non si scioglierà come neve al sole a contatto con il terribile liquido trasparente. Si convince, ma lo farà da solo. Sguardo fiero, entrerà un piede alla volta, anzi, un dito alla volta, come la prima volta che ha fatto il bagno al mare. Un’ora e mezza per entrare fino alle ginocchia. V.M. è così, deve fare le cose con i suoi tempi.
Ci siamo, siamo al momento cruciale. S., figlia numero uno, la grande. Mi guarda, si toglie le cuffie, scoppia a ridere.
S.: “Papà, guarda che io il bagno me lo sono fatto stamattina quando mi sono svegliata. Mica me lo devi dire tu quando lavarmi, io sono grande.”
A volte dimentico che ormai ha 12 anni. Meglio così, una cosa in meno di cui preoccuparsi. Verrà un giorno in cui tutto questo mi mancherà. O forse no.
SuperPapà Marco Palmieri