Metodo Estivill
Cosa fare quando il neonato non dorme? Come risolvere i problemi di sonno del neonato e riuscire a farlo addormentare tranquillamente?
Probabilmente anche tu ti sei posto queste domande e desideri far dormire il neonato.
Tra i tanti consigli che potresti aver ricevuto dal pediatra, da altri genitori come te o semplicemente facendo delle ricerche online, avrai probabilmente sentito parlare del metodo Estivill per far dormire il neonato.
Il metodo Estivill ha ottenuto grande popolarità grazie al celebre libro “Fate la nanna” pubblicato dallo stesso Eduard Estivill Sancho, medico e direttore della Unidad de Alteraciones del Sueño dell’Istituto Dexeus di Barcellona.
Stando a quanto afferma Estivill, Il metodo sembra funzionare nel 96% dei casi. Per questo motivo tanti genitori provano ad applicarlo.
Ma il metodo Estivill funziona davvero? Continua a leggere.
Metodo Estivill per far dormire i bambini
Il metodo Estivill prende spunto dal sistema elaborato negli anni ‘70 dal pediatra Richard Ferber contenuto nel manuale “Solve Your Child’s Sleep Problems” (risolvi i problemi del sonno del tuo bambino). Il manuale forniva indicazioni su come educare il piccolo al sonno, abituandolo ad addormentarsi da solo.
Estivill, nel suo libro “Fate la nanna”, descrive il sonno del neonato come una semplice abitudine che deve essere guidata dai genitori. Secondo Estivill, rispettare una specifica routine del sonno permette al neonato di addormentarsi da solo senza problemi.
Metodo Estivill: in cosa consiste
L’obiettivo del metodo Estivill è far smettere di piangere il neonato in modo graduale. Il metodo si sviluppa in tre fasi.
La prima fase consiste nel creare una routine da ripetere ogni sera prima di andare a letto per abituare il piccolo a prendere sonno più facilmente. È consigliato fargli fare un bagnetto caldo, un gioco rilassante o magari leggergli una fiaba per creare un ambiente piacevole.
In seguito, si dovrà mettere il neonato a letto e uscire dalla sua stanza senza farlo dormire insieme ai genitori.
La seconda fase si verifica quando il bambino, come prevedibile, inizia a piangere.
Il metodo implica di non intervenire subito, ma di lasciar correre un tempo preciso prima di coccolarlo. Gli interventi devono essere infatti rispettati secondo una tabella e distribuiti in lunghi intervalli di tempo, sempre meno frequenti.
La terza e ultima fase si verifica una volta entrati nella stanza del piccolo.
In questo momento, i genitori possono rassicurare e coccolare il bambino fino a che si riaddormenti senza però prenderlo in braccio. Secondo Estivill, questo aiuterebbe il piccolo a diventare meno dipendente dai genitori e, di conseguenza, più autonomo nel prendere sonno.
Se i genitori riescono a seguire precisamente le tre fasi rispettando la tabella dei rientri, il bambino avrà imparato a dormire da solo in soli 7 giorni.
Metodo Estivill: è davvero efficace?
Il metodo Estivill è un sistema efficace per far smettere di piangere il bambino e farlo addormentare nel breve tempo possibile. Il piccolo si abitua a smettere di piangere da solo senza l’aiuto dei genitori.
Tuttavia, se da un lato il metodo può essere una soluzione immediata, dall’altro è necessario considerare che il pianto permette al piccolo di comunicare ed esprimere i propri bisogni. Se ignorato, il bambino potrebbe avvertire un minore supporto dei genitori sviluppando così una sensazione di continua apprensione.
Comunicando al bambino che deve farcela da solo, il neonato è indotto a non cercare conforto quando si trova in una situazione di difficoltà o disagio. Potrebbe realizzare che in tali situazioni non possa fare affidamento sui genitori portandolo a perdere la fiducia nelle persone più vicine.
Consigliamo pertanto a tutti i genitori di stare a fianco del proprio bambino per trasmettere tutto l’affetto e il supporto possibile e aiutarlo a superare i momenti per lui più difficili. L’amore che si prova verso il proprio piccolo supera decisamente qualche notte passata in bianco.
Conclusioni
Il metodo Estivill descritto per esteso nel libro “Fate la nanna” utilizza un approccio semplice da applicare quanto poco sostenibile dalle famiglie e dal neonato stesso. La tendenza a trascurare la sfera psicologica del piccolo potrebbe far sviluppare in lui insicurezze e timori.
La soluzione migliore dovrebbe utilizzare un approccio educativo volto alla comprensione del comportamento del neonato e delle sue esigenze. Per questo motivo raccomandiamo ai nostri pazienti di dedicare le proprie energie per instaurare un rapporto profondo con il proprio figlio, prima di provare alternative più drastiche.
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