Fratello maggiore

Fratello maggiore, nasce il 2° figlio, nasce un fratello

Fratello maggiore

Un bellissimo giorno mettiamo al mondo un fagottino, un piccolo bimbetto bisognoso delle nostre cure e del nostro affetto. Il più piccolo di casa, la tenerezza infinita, l'unico amore di mamma e papà.

In un altro bellissimo giorno della nostra vita mettiamo al mondo un altro fagottino, un altro piccolo esserino bisognoso delle cure e del nostro affetto. Il più piccolo di casa, la tenerezza infinita, un altro amore di mamma e papà...

Ma... il primo grande amore? Che fine fa? 🙂

Sta lì che ci guarda mentre allattiamo e ci prendiamo cura del nuovo arrivato, sta lì e si chiede chi è, si chiede perchè la mamma lo ama tanto e si sente grande. Non perchè lo sia, ma perchè la mamma gli dice "Ora diventi il fratello maggiore!"; il papà rincara "Ora diventi grande, ti devi prendere cura del piccolo come un fratello maggiore"; i nonni, tutto il mondo gli dice "tu sei il fratello MAGGIORE, il fratello GRANDE". Magari accenna un sorriso, magari si sente anche orgoglioso, ma poi ne risente, eccome se ne risente.

Ed ecco che inizia a comportarsi come non aveva mai fatto prima, da spettacolare ometto (o donnina) che era, inizia a manifestare i primi segni strani di instabilità. Regredisce, ricomincia a fare i capricci, a volte ricomincia a fare la pipì a letto. E' tutto normale. Ma come fare per evitare tutto questo?

Mica facile, vediamo un pò quella che è la mia esperienza con 4 bambini di età ravvicinate, 7 anni, 4 anni, 2 anni e 1 anno.

Ovviamente chi ne ha risentito maggiormente è Sara, la grande, "grande" di ben 7 anni (appena compiuti).
Il fratellino glielo abbiamo regalato quando aveva ben 2 anni e quattro mesi, "Sara, oramai sei grande".
"Si mamma sono grande, ma mi coccoli?" - "Certo che ti coccolo, ma stai attenta al fratellino che gli puoi far male" - "Grrrrr" e se ne va.

Ahia, il parlare in questo modo del fratello come un esserino da proteggere e intoccabile non va bene (no fai piano che gli fai male, non lo toccare che hai le mani sporche, non urlare che lo svegli...).
Bisogna rendersi conto che a 2 anni e mezzo, ma anche 3 o 4 non si è "grandi", il nostro primogenito è sempre piccolino, ha sempre bisogno di noi.

Facciamo un passo indietro, iniziamo ad "inserire" il nuovo arrivato in casa dalla gravidanza ma non facciamo trovare al "grande" già la culla in casa vicino al letto di mamma e papà, o la stanza divisa in due.
Il segreto è coinvolgerlo, in ogni cosa.
"Amore di mamma, arriverà un fratellino, ora è al caldo nella pancia di mamma e sta crescendo, quando diventa abbastanza grande esce e ti viene a conoscere, lo vuoi sentire?" E si coinvolge il maggiore facendogli appoggiare l'orecchio sull'ombelico "Se gli parli attraverso l'ombelico di mamma lui ti sente, e quando esce dalla pancia riconosce la tua voce".
In questo modo assisterete a delle scene tenerissime del "grande" che parla al piccoletto, mia figlia diceva "Andrea, esci fuori che voglio giocare con te. Mamma ma quando esce?"
E c'era l'impazienza di conoscerlo.

Non bisogna far capire al grande che la mamma è stanca, ha le nausee e vomita a causa della pancia, altrimenti ho notato che lo potrebbe vivere come un "mio fratello è cattivo perchè fa male alla mamma", piuttosto è meglio dire "mamma si siede perchè il fratellino nella pancia sta crescendo e pesa un pò".

L'ospedale, come fare quando siamo a partorire e dobbiamo allontanarci dal grande? Crisi.
Qualche giorno prima di andare a partorire dobbiamo allestire i nuovi spazi... con il grande. Prendiamo insieme tutto l'occorrente, portiamolo con noi a scegliere i pannolini, e non ho detto a comprare... ho detto scegliere! Ci troviamo davanti allo scaffale dei pannolini, ce ne sono un'infinità, quale prendere? Decidiamo insieme al grande "Amore, mi aiuti a scegliere i pannolini per il fratellino? Quali prendiamo? Ti piacciono questi qui? Li metti tu nel carrello?" Glieli passiamo e li metterà dentro. "Grazie amore, mi aiuti tanto!". E così per le creme, i bodini, i vestitini e tutto l'occorrente.

Una volta a casa non sistemate le cose per conto vostro, decidete con lui come disporre il tutto "Amore la culla per il fratellino dove la mettiamo? Mi aiuti a scegliere il posto? Ti piace qui?"
"I pannolini li mettiamo vicino al fasciatoio? Mi aiuti a tirarli fuori dalla bustina? Me li passi?"
E così per tutto, l'armadio, i giochi, scegliete insieme al grande la disposizione della cameretta.
Sembra una cavolata ma credetemi che accetterà meglio il cambiamento del nuovo arrivato.
Dopo aver organizzato tutto insieme, vi sedete e ci parlate "Amore tra qualche giorno mamma deve andare dai dottori che devono far uscire il fratellino e mamma starà via due giorni, ti ricordi la borsa che abbiamo fatto insieme con le cosine dell'ospedale che servono alla mamma? La mettiamo vicino alla porta?"
Il fatto di vedere la borsa lì vicino alla porta lo "prepara" in un certo senso alla vostra assenza, lui SA che dovete andare.

Quando sarà il momento di andare a partorire non scappate via di corsa (a meno che non ci sia un'urgenza), sedetevi, abbracciatelo e salutatevi dicendo "mamma torna presto con il fratellino sei contento? Così tutte le cose che gli hai raccontato dall'ombelico puoi dirgliele mentre lo guardi, e vedrai che ti riconosce, e quando arriva a casa gli facciamo vedere tutte le cose che abbiamo preparato per lui, la culla, i pannolini, l'armadio, i giochini..."
Non fate che non gli dite nulla e lo portate dai nonni 2 giorni, che poi torna a casa e si trova il fratello dal nulla. Perchè potrebbe pensare "ma mamma non mi ha detto niente" soprattutto se è già intorno ai 4/5 anni...

Una volta a casa con il nuovo arrivato continuate a comportarvi come avete sempre fatto, ovvero coinvolgete il fratello maggiore, fatevi passare il pannolino per cambiare il fratellino, fatevi passare la cremina, il borotalco, il bodino pulito (che SA esattamente dove sono dato che li ha preparati con voi), ma soprattutto fateglielo accarezzare, fateli interagire, fateli sdraiare vicini, insegnategli a toccarlo piano piano. Ok che il nuovo arrivato è piccolo, ma è anche bello resistente, se gli afferra una manina un pò forte non urlate "NOOOOOOOOO NON LO TOCCARE GLI FAI MALEEEEEE" non ve ne uscite con frasi del tipo "SEI SEMPRE IRRUENTO, TI HO DETTO CHE DEVI FARE PIANO, SE NON SEI CAPACE DI TOCCARLO PIANO ALLORA NON TOCCARLO PROPRIO".
Penso che queste siano le cose peggiori da dirgli.
1. Perchè lo fate sentire "in più"
2. Perchè lo fate sentire un incapace
3. Perchè sgridandolo alimentate la gelosia "mamma mi sgrida sempre e a lui no" 0 "mamma vuole più bene a lui che a me".

Se gli stringe la manina forte, prima di sgridarlo, vi dovete ricordare che avete davanti un bambino piccolo, che fino a ieri era l'unico vostro figlio, che non SA come ci si rapporta con il nuovo arrivato. Bisogna spiegarglielo, con le parole, con i gesti, facendo delle "prove" di carezze insieme, ma comunque lasciategli spazio per capire da solo, lasciatelo fare con la vostra presenza, non gli caverà un occhio ogni volta che lo tocca, la vostra deve essere una "libera supervisione" ovvero, lo dovete lasciare libero di interagire ma controllandolo "da lontano"! 🙂

Fratello maggiore

Sara e Andrea

Una mamma SA cosa sta per fare il proprio figlio, se vedete che si avvicina ad un piedino mentre dorme, lasciatelo fare, il neonato neanche se ne accorgerà, magari dopo che l'ha accarezzato ditegli con dolcezza "Amore hai visto come dorme bene? Lasciamogli fare le ninne, se lo tocchiamo poi si sveglia, andiamo di là a giocare insieme, la vuoi sentire una storia?", lo allontanate, prendete un libro e lo leggete insieme.

Questo articolo che ho scritto è dettato solo dalla mia esperienza ♥

Supermamma

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commenti

7 comments

  1. Valeria 12 Novembre, 2013 at 10:36 Rispondi

    Mi e’ stato davvero utile…fino al rientro a casa, la mia esperienza é stata la stessa, dopo mi sono persa x strada…saranno i dolori dei punti, le notti insonni, la casa…a volte quando mi metto a giocare con il ” grande” mi addormento!!! Ma non perché non sia interessata, ma perché sono stanchissima… e mi sento terribilmente in colpa…

  2. simona 10 Novembre, 2013 at 23:07 Rispondi

    Sono sicura che sarà difficile ma io e mio marito faremmo tutto il possibile per far si che Mattia viva quest’esperienza come un dono…..anche lui lo e …piano piano,..

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