Davide Coscarella

Davide Coscarella: il mental coach sportivo anche dei bambini

Il coaching sportivo è un percorso attraverso il quale il coach aiuta il coachee (un singolo atleta o un’intera squadra) a raggiungere alti livelli di prestazione in gara.

La figura del Mental Coach si sta diffondendo velocemente ed è sempre di più un importante punto di riferimento soprattutto per gli atleti in ambito sportivo. Per saperne di più abbiamo chiesto proprio ad un Mental Coach di professione.

Conosciamo meglio Davide Coscarella

Da quanto tempo lavori come Mental Coach? E cosa fai nello specifico?

Ho cominciato nel mondo del Coaching nel 2012, collaborando con la prima azienda in Italia in questo campo. La mia esperienza maturata nel mondo dello Sport, sia come agonista, di calcio, nuoto e Kick-boxing, e poi anche come allenatore, mi ha portato a focalizzare le mie conoscenze nel mondo dello sport. Così negli ultimi 7 anni mi sono dedicato agli sportivi e da quasi 3 anni ormai, mi occupo solo di agonisti e professionisti che vivono di gare nazionali ed internazionali. Il mio ruolo aiuta l'atleta a gestire al meglio quelle che sono le interferenze che vanno a minare la performance, generando ansia, stress, pressione, rabbia, frustrazione e spesso fanno diventare, quello che dovrebbe essere una cosa divertente, una cosa pesante tanto da far allontanare moltissimi giovani dalla pratica agonistica.

Come mai hai scelto di lavorare con i bambini? Cosa ti danno di più o di diverso dagli adulti?

Nella vita, per un motivo o per un altro, mi sono sempre occupato di giovani e giovanissimi. La mia carriera agonistica mi ha sbattutto in faccia tutti i miei limiti, e una volta superati, vedendo tanti adolescenti patire le mie stesse problematiche, ho deciso di portare la mia esperienza e gli strumenti di cui dispongo al servizio dei giovani, dove il passaggio dall'agonismo al professionismo può essere emotivamente pesante fino a costringere i più a mollare quello che in realtà sono i loro sogni. Ovviamente mi capita anche di lavorare con giovani professionisti, giovani uomini e giovani donne di 20-25 anni, detto ciò, lavorare con giovani dai 10 ai 20 anni mi permette di aiutare il giovane atleta a costruire un carattere e una mentalità vincente dalla base, e quindi far vivere al meglio le sconfitte e i fallimenti sin da piccoli senza lasciare segni indelebili nel proprio animo. Insomma, amo fare in modo che i giovani si divertano mentre inseguono i loro sogni e fanno diventare la loro passione il loro lavoro.

Anche i bambini subiscono lo stress da prestazione sportiva?

Altro che! Lo sport è crudele, ti sbatte in faccia un risultato chiaro e spietato, o vinci o perdi. Di recente scritto un articolo sul mio blog "Mettici la Testa" , in cui spiego come un bambino, che ha chiaro il suo sogno, vive l'agonismo già dai 10 anni, come lo vive un professionista

Ovvero, vive di allenamenti, vive di gare, vive di sconfitte, frustrazioni, fallimenti e vittorie. Lo sport oggi "spreme" i giovani sin da piccini, perchè la competizione è altissima, trovano sempre chi si allena più di loro. Seguo personalmente atleti di 10 - 15 anni che fanno anche 7 allenamenti a settimana. Hanno un sogno e hanno il diritto di seguirlo. Si arrabbiano, piangono e vanno in frustrazione per il semplice motivo che vivono un qualcosa più grande di loro e non hanno gli strumenti per gestire tutto questo. La cosa meravigliosa è che, grazie al mio metodo di lavoro, imparano a farlo anche così giovani, imparano il valore del fallimento, il valore della sconfitta, imparano che un'emozione va vissuta anche quando è brutta e può essere gestita quando si deve. Perciò non vi spaventate mamme e papà, quando li vedete soffrire per i loro risultati che non arrivano, loro sono un inno alla vita, sanno sognare e odiano perdere, sono campioni nel cuore, vanno solo aiutati a gestire tutto questo. Raccontategli storie di grandi campioni e di quante volte hanno dovuto perdere prima di arrivare a vincere.

La disciplina e l'impegno in campo influiscono sugli altri aspetti della vita di un bambino (rendimento scolastico, capacità relazionali, obbedienza in famiglia, etc)? Se si quanto e come?

Lo sport è una metafora di vita, insegna valori sani e aiuta l'equilibrio psicofisico del bambino e o adolescente, quindi aiuta sicuramente gli altri aspetti della vita: relazionali, scolastici e familiari. Ad ogni modo l'aspetto più importante per un giovane atleta è l'ambiente, in primis l'ambiente familiare, nel quale si dovrebbe riuscire direttamente o indirettamente a far capire che il proprio figlio è OK in ogni caso, sia se performa o no, in ogni campo, il bambino avrà la serenità di poter fallire e sarà quello che accetterà maggiormente le frustrazioni e avrà la maggiore capacità di crescere velocemente sotto tutti i punti di vista. Infatti egli non cadrà nel bisogno di approvazione e quindi nel bisogno del risultato. Già questo aspetto fa tutta la differenza del mondo.

Per quanto riguarda l'impegno, dipende dal livello di agonista di cui parliamo. Fino a 12 anni non molto, poi dopo i 13 anni molto agonisti scelgono che quello sarà la loro vita, e delle rinunce sono costrette a farle, tra i miei atleti molti fanno scuole private, sono già stipendiati da Finanza, Carabinieri etc...

Nella vita se vuoi eccellere in una cosa non puoi farne più di una. Detto ciò lo studio rimane primario.

Sono più semplici da gestire i bimbi in campo o i genitori fuori campo? 

Bella domanda! A tratti, entrambe le figure sono molto impegnative. Quando si ha a che fare con un atleta che fa agonismo ad un certo livello, i genitori sono mediamente meno fomentati di lui, e quindi è più difficile far crescere l'atleta che non il genitore che sotto sotto, non capisce neanche pienamente come si possa arrivare a sognare a questo livello, da rinunciare alla propria infanzia e gioventù per qualcosa di più grande.

Infine cosa consiglieresti ad un genitore che vuole capire qual è lo sport più adatto a suo figlio/a?

Direi di ascoltarlo col cuore e di fargli provare diversi ambienti, fino a 10 -12 anni ci può stare che non sappia ancora quale sport preferisca, e in ogni caso non è che si debba avere per forza l'obiettivo di diventare un campione del proprio sport.

L'importante è non privarli mai di una pratica sana come quella sportiva, privateli di cose come TV, Playstation, tablet etc... ma non privateli di un aspetto socialmente stimolante, soprattutto che stimola le proprie paure e insicurezze.

  • Abituateli a prendere l'impegno e portarlo a termine,
  • Insegnategli a non scappare dopo una sconfitta,
  • Insegnategli a sognare e a non mollare mai, sempre col sorriso!

Davide Coscarella

Davide Coscarella, è specializzato in Programmazione Neuro Linguistica (PNL), Condizionamento Neuro Associativo (NAC) e Psicoterapia Pranica.

Ha studiato e lavorato con i piu' grandi formatore del settore del coaching motivazionale, come Roberto Re, Antony Robbins, Robert Dilts etc...

Dall'età di 29 anni segue sportivi di tutte le età, creatore del Metodo "Mettici la Testa", che permette di migliorare la performance fino al 50% in più nei primi 3 mesi. Lavora esclusivamente "one to one" con gli atleti, non tiene corsi di formazione né training per gruppi sportivi e/o team.

Unica eccezione come "Trainer" durante il Tour del libro "IN TESTA".

Commenta

commenti

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più clicca sulla policy. Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie. Cookie Policy

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi