Quattro articoli per quattro gravidanze. La testimonianza di una donna, una mamma, che con la sua esperienza vuole non solo raccontare la sua storia, ma essere un esempio e soprattutto un conforto, una speranza, un abbraccio virtuale per chi, come lei, ha sofferto e sta soffrendo.
Ecco il racconto della sua prima Gravidanza
Ciao mamme, ho deciso di iniziare a scrivere per raccontarvi le mie quattro gravidanze. Man mano che leggerete, capirete il perché.
Ho sempre sognato di crearmi una famiglia e a 20 anni, ho trovato il grande amore. Quell'amore che ti fa battere il cuore forte, che ti fa sentire protetta e in grado di affrontare ogni ostacolo. I 20 anni: un periodo magico, la fine dell'adolescenza… andavo a lezione di danza, una passione grandissima che ho da quando ho tre anni.
Il mio fidanzato ed io siamo andati subito a convivere, ne avevamo la possibilità e lo abbiamo fatto. Lui titubante, io sicura, al massimo sarei tornata a casa. Inizia così la nostra avventura, viaggi, concerti, cene, insomma stavamo bene.
Dopo qualche mese, sono rimasta incinta. E' vero, era poco che stavamo insieme ed io avevo poco più di 21 anni, ma eravamo felici, felici davvero. Quel test di gravidanza per me era il coronamento di un sogno.
Dopo il test, l’analisi delle BetaHCG… io non conoscevo minimamente cosa volesse intendere quel numero così basso. Mi dicevo: “Dai ora salgono, le prossime saranno quadruplicate”. Continuavo a dirlo ad amici e parenti, continuavo a sognare. E poi è arrivato il giorno della visita: 8 settembre 2011. Il ginecologo di mia suocera e di mia cognata mi ha tolto subito ogni speranza e io non ci volevo credere. Non era possibile. E soprattutto non era giusto. C’era la camera gestazionale ma nessun abitante al suo interno.
Lo sconforto e la confusione
Ho vissuto per altre due settimane così. Non sapevo che quello sarebbe stato l’inizio di un incubo. E un giorno è arrivato il verdetto finale: “Uovo cieco”. Nella mia totale ignoranza ho fatto ricerche continue su internet, perché fino a quel momento non conoscevo l’esistenza di quel termine. L’uovo cieco, per chi non lo sapesse, è la camera gestazionale vuota, l’embrione non si forma. Non c’è. Scientificamente non saprei spiegarvelo, ma in parole semplici è questo. Una casa vuota, come la mia anima in quel momento.
Rappresenta quasi il 50% delle cause di aborto nel primo trimestre di gravidanza e si verifica quando in una cellula uovo fecondata non si sviluppa l’embrione.
Mamme, ero devastata, mi chiedevo: “Perché a me?”. Dopo tanto dolore nella mia vita, ancora una volta il destino non mi rendeva felice come volevo. Avevo 21 anni, avevo tutto e soprattutto un amore gigantesco, che mi prendeva per mano, eppure io non lo vedevo. Ricordo di essermi addormentata in una stanza fredda, la sala operatoria, per il raschiamento. Non ho sentito nulla e non solo perché chirurgicamente parlando, è un intervento sciocco, ma ero abbandonata a quel grande dolore.
Nella stanza di ospedale poi, la beffarda situazione di trovarmi accanto a neo mamme. Loro ce l’avevano fatta, perché io così giovane e in salute no? Era questo quello che mi domandavo. Volevo solo uscire da lì, scappare, piangere, però avevo voglia anche di moscardini fritti. E il mio compagno, insieme a mia madre, me li hanno cucinati, freschi freschi.
Tornata a casa, ho interrotto la malattia, volevo tornare alla mia quotidianità e distrarmi. Ricominciare e capire. Il ginecologo mi aveva prescritto delle analisi. Io che lavoravo da poco come impiegata alla ASL non conoscevo minimamente tutti quei nomi di esami da fare. “MTHFR, FATTORE II E FATTORE V...”
Era tutto negativo. Tutto nella norma. A un certo punto abbiamo deciso di conviverci e riprendere in mano la nostra vita. Ma io non ero felice. Non stavo bene. Non avevo mai accettato la situazione. Non vivevo come dovevo. Mi dicevano, che ero giovane, che era meglio prima che dopo.
Credono di incoraggiarti e invece non sanno nulla. Sembra quasi buffo, ma i 9 mesi seguenti, sono stati durissimi. Solo a fine maggio, con un piccolo spettacolo di danza, mi sono ripresa “quasi” definitivamente.
E poi… è arrivata la seconda fase, la seconda gravidanza… di cui vi racconterò la prossima settimana in un nuovo articolo, il secondo dei miei 4 articoli sulle mie altrettante gravidanze… il mio piccolo “romanzo del cuore”.
SuperMamma Flavia Pignataro